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Maggio 6, 2022 da Redazione

Camera da letto moderna: prezzi e idee di arredamento

Vuoi sapere quanto costa una camera da letto moderna?
Scopri qui i prezzi e affidati ai nostri professionisti per realizzare il tuo progetto.

Lo stile moderno è uno dei più versatili, ragion per cui la camera da letto può assumere le forme più disparate.
Il che rappresenta un vantaggio, ma anche un bel rebus per quanti si accingono a realizzarla.

Ecco perché abbiamo deciso di fissare alcuni punti “fermi”, che possano costituire una bussola di orientamento per quanti navigano nel mare delle idee, ma non sanno ancora dove approdare per la loro camera da letto moderna…

Camera da letto moderna

 

    Indice contenuti

  • Colori parete per camera da letto moderna
  • Idee camera da letto moderna
  • Come arredare una camera da letto
  • Camera da letto moderna: prezzi
  • Progettazione camera da letto moderna: a chi rivolgersi?

 
 
 

Colori parete per camera da letto moderna

Spesso l’aspetto cromatico è sottovalutato.

Molti pensano si tratti di un aspetto secondario, mentre il colore, applicato e abbinato con alcune accortezze, può completamente trasformare una casa, rendendola unica, accogliente e speciale.

Dal più intenso al più tenue, dal pastello al vivace, ogni nuance è capace di modificare la percezione degli ambienti rendendoli più spaziosi o più piccoli, più caldi o freddi, più rilassanti o eccitanti.

A tal proposito, la scienza ha provato che i colori condizionano il nostro umore, e di conseguenza la nostra vita.

Ecco perché il colore va deciso a seconda della stanza da tinteggiare e dello stile dell’arredo, tenendo sempre conto delle dimensioni e dell’esposizione delle finestre.

In linea generale, le sfumature di giallo, rosso e arancione, forti luminose ed energiche, che inducono uno stato d’animo positivo, sono preferibili nelle stanze esposte a Nord (quindi poco soleggiate) e negli spazi dedicati alla convivialità, come soggiorni, open space, cucine o studi. Andrebbe però evitato l’utilizzo nell’interezza della stanza, selezionando solo una sua sezione: una parete, un soffitto, un corner, una nicchia…

Le tonalità fredde come l’azzurro, i verdi, il blu fino al viola, donando un senso di relax, favoriscono il riposo e stimolano la creatività, per cui sono consigliati in stanze da letto, in grandi soggiorni, in camerette. Un solo accorgimento: qualora si opti per una nuance intensa, andrebbero evitate queste in monolocali o ambienti piccoli, in quanto tendono a “ristringere” visivamente lo spazio.

Camera da letto azzurra

Per chi è alla ricerca di un allure sofisticato, si può ricorrere pure alle carte da parati, con le quali si conferirà non solo colore ma anche “un tema”, “un soggetto”, che spazierà dall’astratto all’illustrato, dell’etnico al minimal allo shabby chic al jungle, e così via.

Carta da parati in camera da letto

Come preannunciato, però, si tratta di linee guida generali.
Nulla vieta che si possano scegliere come colori per la parete per la camera da letto moderna un arancione o un rosso.
L’importante è essere consapevoli di quanto detto in precedenza, e soprattutto di limitarne l’uso alla sola parete della testiera.

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Idee camera da letto moderna

Quando si progetta una camera da letto è bene partire sempre dalla parete che farà da testata al letto.
Si tratta della parete più importante di tutte.
Quella che, a livello percettivo, viene notata per prima e funge da scenografia al letto stesso.
E che dunque va differenziata dalle altre.

Si può ricorrere ad un colore diverso per il muro principale.
Oppure adottare un rivestimento materico come il legno.
Ma si può anche osare con originalità, con una boiserie in legno naturale, o colorato, con altezza inferiore a quella dell’ambiente.
Oppure con un rivestimento (totale o parziale) in tessuto.
O ancora con uno o due cuscini appesi alla parete grazie ad un bastone.

Parete dietro il letto rivestita in legno

Rispetto al letto.
Se sulla parete di testata viene pensata una boiserie o un elemento orizzontale che la suddivide, il letto dovrebbe assumere forme semplici e regolari, con testiera minimale o inesistente.

Se la parete di testata viene invece pensata differente dalle altre solo per colore o materiale, qualsiasi modello elegante di letto risulta adeguato (senza esagerare con forme ardite).

Se la camera da letto è molto ampia e lo consente, è possibile collocare il letto a centro stanza, rendendolo il protagonista assoluto.
Spesso questa posizione è utile per ricavare una camera da letto moderna con cabina armadio.

Letto in centro alla camera da letto

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Come arredare una camera da letto

E adesso approfondiamo proprio la questione della cabina armadio.

Per realizzarla occorre necessariamente una camera di dimensioni generose.
E infatti, quando la superficie è ridotta (ovvero sotto i 20mq), l’armadio è di gran lunga preferibile: occupa molto meno spazio e, se ben studiato, è possibile integrarlo perfettamente con l’arredo.

Abbinando la tonalità dell’armadio con quella del letto e della relativa testata, oppure con quella dell’intera stanza se in quest’ultima prevalgono toni neutri: nel primo caso assumerà carattere ed autonomia, nel secondo tenderà a sparire.
Gli armadi che “spariscono” sono quelli che vanno fino al soffitto (e dunque su misura!).
Inoltre, esistono alcune soluzioni di armadiature che ospitano molti più vestiti e oggetti di una cabina armadio.

Armadi camera da letto a filo muro

Se invece le dimensioni lo consentono, via libera alla cabina armadio.

Questa può essere collegata visivamente con la camera per mezzo di una porta vetrata.

Cabina armadio con porte a vetro

O addirittura resa a giorno da un perimetro realizzato interamente con pannelli in vetro.
Oppure può essere “celata” da porta raso muro.

Cabina armadio a filo muro

O anche originalissima se posizionata immediatamente dietro ad un letto con testiera in vetro temperato che la ritaglia.
Se si decide di realizzare una cabina anche in una camera da letto piccola, è bene cercare di realizzarla in modo che sia il più aperta possibile verso la camera, disponendo ad esempio le armadiature contrapposte dietro la testata del letto senza realizzare pareti o porte in modo da evitare una eccessiva sensazione di chiusura.

Se poi le dimensioni della camera sono molto generose, oltre che la cabina si potrebbe optare pure per un bagno in camera.

Si potrebbe osare realizzando un bagno con una vetrata, oppure posizionando il lavabo o meglio ancora la vasca esternamente al bagno.
Un’idea per armonizzare ulteriormente il bagno, potrebbe essere di usare gli stessi materiali al posto delle “classiche” piastrelle.

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Camera da letto moderna: prezzi

I prezzi sono pressoché indefinibili.
Sono talmente tante e varie le soluzioni che abbiamo finora proposto che non possono essere quantificate.

È chiaro che una cabina armadio avrà un costo superiore rispetto ad un’armadiatura.
Ma che il costo di una soluzione su misura, in particolare se a tutt’altezza e con dimensioni o tagli inusuali, potrebbe tranquillamente eguagliare quelli di una cabina in cartongesso ricavata ad esempio in una nicchia.

Così come è lapalissiano che la realizzazione di un bagno in camera fa lievitare i prezzi di una camera da letto moderna.

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Progettazione camera da letto moderna: a chi rivolgersi?

Se anche per vi la progettazione di una camera da letto moderna non significa semplicemente accostare un letto ad un armadio, potete rivolgervi a noi.

Dagli idraulici per la realizzazione del bagno in camera, ai muratori o cartongessisti per la cabina armadio, ai pittori per i colori delle pareti, fino agli studi di progettazione, noi di Costo Ristrutturazione Casa possiamo soddisfare tutte le vostre esigenze (tra l’altro con un occhio particolarmente attento alle questioni economiche).

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Aprile 1, 2022 da Redazione

Pavimenti in microcemento

Vuoi un preventivo per pavimenti in microcemento? Informati qui per conoscere le caratteristiche, i pro e i contro e i prezzi e rivolgiti ai professionisti del settore.

Pavimenti in microcemento: tutto quello che c’è da sapere e come trovare l’azienda giusta

Dotato di grande versatilità, il microcemento è entrato di diritto nella ristrutturazione non solo di locali commerciali e grandi superfici come centri sportivi, edifici industriali, alberghi e ristoranti, ma anche delle case private.

Conquistando il primato di una delle soluzioni più attuali e moderne in fatto di pavimentazioni.

Conosciamo più da vicino questo materiale, i suoi utilizzi, i vantaggi, i costi, e tutte le informazioni utili…

Pavimenti in microcemento

 

    Indice contenuti

  • Pavimenti in microcemento: composizione e applicazione
  • Tipi di microcemento
  • Pavimento in microcemento: prezzi
  • Microcemento: pro e contro
  • Differenza tra microcemento e resina
  • Pavimenti in microcemento: come richiedere un preventivo

 
 
 

Pavimenti in microcemento: composizione e applicazione

Si tratta di un materiale a base cementizia che, addizionato con resine a base d’acqua, additivi e pigmenti minerali, può essere applicato su una moltitudine di superfici verticali e orizzontali grazie alla sua grande adesione.

Il che significa che è adoperabile sia come pavimento che come rivestimento.

Rivestimenti in microcemento

Applicabile anche su scale, soffitti, piscine e persino mobili.

Un rivestimento continuo, privo di giunture e fughe, adatto sia agli spazi esterni che a quelli interni.

Per di più, la possibilità di applicarlo direttamente sul materiale esistente (piastrelle, cartongesso, piastrelle, marmo, terrazzo o gesso), facilita la posa, regalando uno spessore di soli 3 millimetri.

Insomma, una scelta pratica, sicura, facile da porre in opera e altamente personalizzabile in termini di effetti e colori.

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Tipi di microcemento

Proprio perché le applicazioni sono molteplici, diverse sono le tipologie esistenti di microcemento:

  • bicomponente: è il microcemento tradizionale e il più usato, composto da cemento e resina, caratterizzato da un’ampia varietà di finiture e possibilità di applicazioni su un’infinità di superfici
  • monocomponente: composto da cemento e acqua, facilita la preparazione delle miscele, minimizza i possibili errori e riduce i costi di trasporto e stoccaggio
  • microcemento per piscine: anche in questo caso si tratta di un prodotto bicomponente, ma sviluppato specificamente per superfici a contatto permanente con l’acqua, perché dotato di notevole resistenza all’immersione
  • pronto all’uso: si tratta di un materiale acrilico dalle finiture naturali
  • epossidico: si ottiene addizionando cemento e resina epossidica, viene usato come rivestimento continuo per pavimenti e pareti interne, che si distingue per la straordinaria durezza, l’eccellente resistenza all’abrasione e al calpestio, e una maggiore impermeabilità rispetto ai sistemi di microcemento convenzionali.

Diverse anche le finiture ottenibili, che dipendono dalle texture e dalle vernici o dai sigillanti utilizzati, che ne determinano l’aspetto.

Infatti, trattandosi di un materiale poroso, è necessario applicare al microcemento una vernice o un sigillante che lo protegga dallo sporco e che possa rendere impermeabile la superficie da rivestire.

Tra le finiture:

  • opaca: conferisce un aspetto molto naturale al rivestimento, e attenua leggermente il tono del colore
  • super opaca: ideale quando si cerca una finitura senza lucidità
  • satinata: a metà tra la finitura opaca e quella lucida, conferisce un aspetto molto moderno
  • lucida: migliora e ravviva il colore, con un effetto marmorizzato.
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Pavimento in microcemento: prezzi

Dovendo fornire un prezzo indicativo, i pavimenti in microcemento vanno dai 55 ai 60 € al metro quadrato a cui vanno aggiunti 15–20 € per i lavori di manodopera precedenti e successivi alla posa.

Sul costo influiscono poi la finitura richiesta, i mq (paradossalmente al di sotto dei 100 mq il buon rapporto qualità/prezzo comincia a decrescere) e lo stato di conservazione dello strato sottostante.

Ricordiamo infatti che posandosi sulla pavimentazione precedente, non vengono prodotte macerie, il cui smaltimento ha un impatto non indifferente sul costo complessivo degli interventi di ristrutturazione.

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Microcemento: pro e contro

Cominciamo dai pregi delle pavimentazioni in microcemento:

1) la praticità: il pavimento si mette in posa semplicemente stendendolo sul massetto oppure su una pavimentazione già esistente; inoltre la fruizione sarà possibile già dal giorno seguente la posa; per giunta è possibile evitare di ridimensionare porte o finestre perché lo spessore finale non supera i 3 millimetri

2) la versatilità: è perfetto sia per gli interni che per gli esterni; può essere applicato su superfici ruvide, molto lisce o addirittura irregolari; si impiega anche per pareti, tetti o strutture curve, creando una continuità estetica dal sapore accentuatamente contemporaneo

3) l’igienicità, soprattutto in ambienti come il bagno, il bordo piscina o la camera dei bambini, ma anche in cucina: l’assenza di fughe o intercapedini semplifica la pulizia, evitando la sedimentazione della sporcizia come avviene nelle fessure tra una mattonella e un’altra

4) la resistenza: questi pavimenti sono capaci di sopportare con facilità l’usura quotidiana, sono impermeabili e resistenti agli agenti chimici dei detergenti per pavimenti più comuni sul mercato

5) l’impermeabilità: si tratta di una soluzione particolarmente adatta in bagno, perché la mancanza di fughe li rende quasi inattaccabili dalla penetrazione dell’acqua

6) la manutenzione: l’unica accortezza consiste nell’applicazione di un velo di cera opaca o lucida, una o al massimo due volte l’anno; per il resto, è sufficiente una normale pulizia con prodotti detergenti comuni a PH neutro

7) l’estetica: come visto la varietà di colori e lavorazioni disponibili è infinita, per cui si possono creare velature delicate, effetti lucidi o estremamente materici, superfici spatolate, nuvolate, minimal o grezze, in tinte pastello, lucide, chiare, scure o neutre, oppure è possibile persino inserire sotto lo strato impermeabile trasparente una decorazione realizzata con mosaico o con altri materiali idonei

8) la lunga durata: questo materiale non subisce alcuna alterazione se posato per bene, con una durata stimata di almeno 30 anni, purché si effettui come già detto un’adeguata manutenzione

9) l’ecologicità: grazie alla sua formula a base d’acqua, è eco-compatibile, permettendo la realizzazione di pavimenti in linea con le normative europee.

Passiamo adesso ai difetti:

1) la posa in opera non può essere effettuata con fai-da-te, ma va necessariamente affidata a dei professionisti

2) nonostante sia, come detto, decisamente duraturo, qualora sia necessaria una resistenza all’usura eccelsa, sarebbero da prediligere altri materiali, come ad esempio la resina industriale o il cemento tradizionale

3) in caso di danneggiamento non basta operare soltanto sul danno come accade per un pavimento a piastrelle (a meno che non sia minimo), ma è necessaria una nuova posatura completa.

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Differenza tra microcemento e resina

Nonostante si tratti di due pavimenti apparentemente molto simili, la differenza esiste, ed è nella composizione.

Il pavimento in resina è a base epossidica, ovvero chimica.
Si caratterizza per un effetto lucido e plastico.
Col tempo può tendere all’ingiallimento.

Pavimento in resina
Pavimento in resina

Quello in microcemento, invece, è a base cementizia, si caratterizzano per una maggiore matericità e un effetto più naturale.
Non è soggetto a ingiallimento e può essere usato per ricoprire non solo il pavimento, come nel caso dei rivestimenti in resina, ma anche le superfici verticali e i soffitti.
Si ottiene miscelando elementi cementizi e polimeri liquidi, che una volta mescolati assumono la consistenza di una malta morbida.
Questa va accuratamente miscelata a mano o tramite trapano elettrico prima di ogni posa.

Pavimento in microcemento
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Pavimenti in microcemento: come richiedere un preventivo

Accennando ai (pochi) difetti dei pavimenti in microcemento si è detto che, ancora una volta, la posa in opera rappresenta un momento cruciale, giacché solo se eseguita a dovere regalerà loro lunga vita.

Assolutamente sconsigliabile, invece, il fai-da-te.

Non a caso esistono dei corsi, riservati solo ai professionisti del settore edile, per formarsi a questo mestiere, perché solo la formazione continua è la base per ottenere i migliori risultati possibili.
Corsi nei quali si apprenderanno: le diverse tecniche a seconda del tipo di rivestimento decorativo e della superficie o del supporto da rivestire; consigli sulla preparazione, l’applicazione, la sigillatura e la manutenzione del microcemento e di altre finiture decorative.

Ma dove trovare professionisti all’altezza?
Sicuramente, tra quelli che fanno parte del nostro network…

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Marzo 31, 2022 da Redazione Lascia un commento

Consumi medi di un condizionatore come effettuare il calcolo

Consumi medi di un condizionatore: come effettuare il calcolo

Tutti coloro che possiedono un condizionatore, o chi ha intenzione di acquistarne uno, molto spesso si fanno una precisa domanda: quanto consuma un condizionatore? Prima di dare una risposta esaustiva al quesito occorre precisare che, con il passare degli anni, il condizionatore è diventato uno strumento piuttosto comune nelle case degli italiani. Il motivo è piuttosto semplice, si tratta di uno strumento capace di riscaldare gli ambienti, durante i mesi freddi, e viceversa, raffreddare gli ambienti nei periodi più caldi, il tutto in pochissimo tempo.

Tuttavia, come sopra anticipato, i consumi rappresentano una sorta di limite di questo particolare strumento. In parole povere, alcune persone hanno delle remore sull’utilizzo del condizionatore per il timore di dover pagare bollette molto salate e, conseguentemente, decidono di puntare su strumenti diversi per raffreddare e riscaldare gli ambienti. Fatte le debite premesse, ora occorre dare una risposta precisa al quesito.

Come capire quanto consuma un condizionatore?

I consumi medi di un condizionatore

 

Per capire qual è effettivamente il consumo di questi prodotti occorre effettuare un calcolo consumo condizionatore. Tuttavia, occorre precisare fin da ora che, per sapere con maggiore precisione qual è il consumo effettivo, occorre conoscere il nome dello specifico modello che si desidera scegliere. Pertanto, se hai intenzione di acquistare un determinato climatizzatore, dopo aver selezionato l’eCommerce specializzato nella vendita di questi prodotti, entra nel sito e controlla tutte le caratteristiche dei climatizzatori, compresi i seguenti parametri.

 

Classe energetica

La classe energetica è il parametro fondamentale per effettuare il calcolo consumo condizionatore. Più la classe è elevata, minore è il consumo energetico.
Ad esempio, con la classe energetica A, il consumo annuale medio con un utilizzo di circa 3 ore al giorno, potrebbe aggirarsi attorno ai 150 euro.
La classe energetica B, invece, è associata ad un prezzo che si aggira tra i 160 ed i 180 euro annuali.
La classe energetica C, ancora, prevede una spesa sui 200 euro.

Per ottenere il massimo risparmio, pertanto, è preferibile orientarsi sulla maggiore classe energetica, ovvero A seguita dai segni +.

Anche se questi modelli potrebbero essere più costosi, permettono poi di risparmiare delle cifre importanti a lungo termine.
La classe energetica, inoltre, è collegata all’efficienza del dispositivo. In particolar modo, bisogna controllare due parametri: il SEER (Seasonal Energy Efficency Ratio) e lo SCOP (Seasonal Coefficent Of Performance).

Con il primo termine si fa riferimento al rapporto tra KWh spesi ed energia frigorifera prodotta, mentre il secondo acronimo è il rapporto tra l’energia termica in uscita e l’energia elettrica in entrata.

Le caratteristiche dell’abitazione

Bisogna precisare, però, che ad influenzare i consumi medi di un condizionatore non ci sono solo le caratteristiche del dispositivo, ma anche delle caratteristiche esterne come quelle dell’appartamento, nonché dalla zona geografica. Infatti, se il condizionatore è installato in una zona molto calda (sia per colpa della temperatura esterna che per lo spessore delle pareti, ad esempio) impiega più tempo per rinfrescare l’intera area. Ciò, ovviamente, implica più consumo di energia.

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Marzo 7, 2022 da Redazione

Pavimento flottante per interni: informazioni, prezzi e preventivi

Quando una casa è in uno stato di conservazione accettabile, eppure si vuole rinnovarne lo stile, ritinteggiare le pareti, posare un nuovo pavimento, cambiare gli arredi, sono i tre interventi che consentono di effettuare un restyling non troppo invasivo in termini di lavoro, ma dagli effetti estetici di sicuro impatto.

Nell’immaginario comune, rifare il pavimento equivale ad adoperare malta e colla.
In realtà esiste, accanto alla posa a umido, quella a secco, che consiste nel realizzare, appunto, un pavimento flottante.

Vediamone insieme aspetti tecnici e caratteristiche…

Pavimento Flottante

 
 

    Indice contenuti

  • Pavimento flottante per interni: com’è realizzato e con quali materiali?
  • Perché realizzare un pavimento galleggiante per interni?
  • Posa del pavimento flottante per interni: prezzi?
  • Pavimento flottante per interni: a quale ditta affidarsi?
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Pavimento flottante per interni: com’è realizzato e con quali materiali?

Il pavimento flottante, o anche galleggiante o sopraelevato, si compone di speciali pannelli posati, senza aiuto di malte o colle come si diceva, su un telaio sopraelevato in legno o acciaio (zincato o inox), composto da colonnine e traverse.
Queste sono presenti in numero variabile, a seconda del carico a cui il pavimento sarà soggetto.

Come variabile è pure l’altezza, da pochi centimetri fino a circa un metro.

Pavimento galleggiante

I pannelli sono costituiti da materiale ligneo pressato, rivestiti inferiormente con foglio di alluminio (onde creare un’efficace barriera al vapore e alla condensa) o in lamina di acciaio (per rinforzare l’intera struttura in caso di carichi notevoli).

La superficie superiore, invece, viene rifinita in base alle richieste della clientela, in marmo, granito, ceramica, grès porcellanato, parquet, PVC, gomma, linoleum.

Le guarnizioni sono in gomma ad alta densità, capaci di resistere a pressioni consistenti e prolungate nel tempo.

I bordi dei pannelli sono calibrati e bisellati, cioè predisposti per una posa in opera a secco.

In definitiva, si tratta di una struttura molto simile a quella dei soppalchi.

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Perché realizzare un pavimento galleggiante per interni?

Le motivazioni sono disparate:

1) consente il passaggio a terra di una consistente quantità di tubazioni, cavi elettrici, cablaggi di rete informatica o altre canalizzazioni che, peraltro, devono essere accessibili o ispezionabili

2) sul mercato, come visto, esistono molteplici soluzioni, che consentono sia di soddisfare prestazioni di carichi notevoli, sia di integrarsi alla perfezione a livello estetico con l’ambiente di collocazione

3) può addirittura conferire all’opera caratteristiche di resistenza antisismica, grazie alla possibilità di dimensionare gli elementi del telaio, e all’esistenza di componenti aggiuntivi di irrobustimento e sostegno

4) svolge un’ottima funzione di isolamento termico e acustico, grazie al vuoto ottenuto al di sotto di esso

5) è “comodo”: il fatto che i singoli pannelli possano essere asportati in modo semplice (mediante l’uso di ventose), in qualsiasi momento, e solo nelle zone di pavimento interessate all’intervento, rappresenta un indiscutibile vantaggio

6) costituisce un’ottima soluzione in quei casi in cui i locali non siano di proprietà o il loro utilizzo sia comunque temporaneo (per cui non è consentito alterare il loro stato di fatto).

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Posa del pavimento flottante per interni: prezzi?

Precisiamo prima di tutto che la distinzione tra pavimento flottante per interni e per esterni sussiste dal momento in cui è una tipologia adatta sia internamente che esternamente.
Addirittura, negli esterni permette di non realizzare ulteriori massetti che appesantiscano la terrazza nel caso ci si trovi in quota.
In più non richiede particolari soluzioni impermeabilizzanti.

Tornando a noi, poiché, come visto, le tipologie sono differenti, diverse le finiture, molteplici anche le specifiche tecniche (a seconda dei carichi e delle prestazioni richieste al pavimento), i prezzi sono parecchio variabili.

Già il costo di una struttura standard completa di pannelli può oscillare fra i 15 e i 60 €/mq.
Con incrementi che possono anche superare il 100% qualora siano richieste prestazioni o altezze particolari o pezzi speciali (gradini, griglie di ventilazione, alloggiamenti per fissaggi di impianti).

Il computo deve poi considerare il materiale scelto per il rivestimento superiore.
Per PVC, gomma o laminato, i prezzi oscillano fra i 5 e i 20 € per metro quadro.
Ma se si opta per un gres porcellanato i costi raddoppiano.
Mentre se si prediligono un marmo o granito di buona qualità potrebbe essere necessario sborsare tra i 20 e i 100 € per metro quadro.

A tali costi, vanno ad aggiungersi gli oneri di trasporto e di posa in opera.

A proposito della manodopera, il costo del suo lavoro varia in funzione di:

  • tipologia di struttura
  • materiale di rivestimento (superficiale) e suo peso
  • zona di lavoro.

Ad ogni modo si tratta di un minimo di 10/15 € per metro quadro (attenzione però se sia compresa o meno la posa del battiscopa o zoccolino).

Certo, non proprio irrisori come prezzi, eppure c’è da riflettere su tutte le forme di risparmio che questo tipo di pavimento consente:

  • immediato: vengono evitate spese per le opere murarie, giacché come detto l’alloggiamento delle condutture e dei servizi avviene sul piano sottostante la struttura sopraelevata
  • a medio termine: il miglioramento dell’isolamento termico (dovuto alla “camera d’aria” sotto il pavimento) permette di avere bollette più leggere
  • a lungo termine: lo Stato permette di portare in detrazione anche l’installazione di un pavimento galleggiante effettuata durante una ristrutturazione edilizia; in più l’”Ecobonus” premia la riqualificazione energetica degli edifici esistenti
  • potenziale: il pavimento sopraelevato può essere smontato e riutilizzato, e questo è un sicuro risparmio in caso di un locale non di proprietà; qualora fosse necessario traslocare sarà possibile recuperare quasi il 100% della struttura e un 80% dei pannelli e del battiscopa.
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Pavimento flottante per interni: a quale ditta affidarsi?

Trattandosi di una tecnica particolare, che come visto non richiede incollaggio ma l’installazione di una struttura portante e di una finitura superficiale, per la posa in opera è necessario rivolgersi a ditte qualificate.

Individuate 3 aziende e fatevi approntare dei preventivi da confrontare coi nostri, che vi garantiamo il miglior rapporto qualità/prezzo possibile.

Occhio: per un confronto veritiero, è necessario paragonare i medesimi prodotti e servizi, le stesse finiture, garanzie, trasporto e montaggio, e via discorrendo.
Solo così avrete realmente scelto il meglio…

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Marzo 7, 2022 da Redazione

Case vecchie da ristrutturare: conviene per davvero?

Grazie agli incentivi statali sui lavori di rifacimento degli immobili, che coprono ancora il 50% delle spese sostenute (anche con risparmio immediato in fattura), le case vecchie da ristrutturare rappresentano un vantaggio per coloro che decidono di acquistarle.

A patto, però, che sussistano determinate condizioni.

Vediamo allora quali sono i criteri da valutare perché la ristrutturazione di una vecchia casa risulti davvero conveniente…

 
 

    Indice contenuti

  • Case vecchie da ristrutturare: pro e contro
  • Case vecchie da ristrutturare: conviene?
  • Case vecchie da ristrutturare: i nostri consigli
  • Case vecchie da ristrutturare: gallery d’immagini
  • Case vecchie da ristrutturare: a chi affidarsi?
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Case vecchie da ristrutturare: pro e contro

È chiaro che, come per tutte le cose, anche in questo frangente c’è il risvolto della medaglia.
Dunque, esistono sia vantaggi che svantaggi nell’acquisto e ristrutturazione di una casa datata e da rimaneggiare.

Partiamo dai primi:

  • spazi (in media) più ampi: ad esempio, molte costruzioni risalenti agli anni ’60 e ’70 si caratterizzavano per cucine, camere da letto e soggiorni più grandi di quelle attuali, senza dimenticare la frequenza di ingressi separati e ripostigli
  • buona personalizzazione: con lavoro, risorse e condizioni adeguate l’immobile può essere rifatto completamente
  • imposte (in media) più basse
  • agevolazioni fiscali.

Esistono, come si diceva, anche degli svantaggi:

  • più referenti: una ristrutturazione medio-grande prevede almeno un tecnico (per autorizzazioni, burocrazia, etc.), il titolare della ditta, il rivenditore dell’arredo
  • maggiore stress: vanno controllati i lavori, fatti sopralluoghi regolari, affrontati immediatamente eventuali problemi, etc.
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Case vecchie da ristrutturare: conviene?

Essendoci dunque sia pro che contro, è normale chiedersi se convenga di più acquistare una casa nuova o una da ristrutturare.

La questione è che la ristrutturazione conviene se:

  • NON richiede stravolgimenti della struttura: costa meno – fino al 50% – se non sono da modificare elementi strutturali, dunque mura portanti, solai, tetti, impianti. Questo significa che non saranno necessarie ditte o operai specializzati, o almeno il loro numero sarà abbastanza ridotto. Se si tratta di interventi impattanti invece è il caso di trovare una ditta di ristrutturazione competente e affidabile
  • NON si ha “fretta”: dall’entità della ristrutturazione dipendono anche i tempi, senza tralasciare che intoppi e rallentamenti sono sempre dietro l’angolo; per cui, se si necessita di una soluzione nella quale trasferirsi a stretto giro forse bisognerebbe ripensare alla fattibilità di una ristrutturazione
  • NON si teme lo stress che una ristrutturazione comporta
  • NON sussistono limiti strutturali che impediscono di personalizzare e modificare come si vorrebbe
  • NON spaventa l’aggiornamento: in genere acquistare una casa di nuova costruzione significa acquistare un prodotto altamente tecnologico, dotato di sistemi di domotica e funzionalità smart; per cui, se si vuol ristrutturare una casa vecchia rendendola al pari di una nuova costruzione bisognerà aggiornarsi sui moderni standard architettonici ed edilizi (quanto meno per richiederli a chi materialmente eseguirà i lavori).
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Case vecchie da ristrutturare: i nostri consigli

Poiché, come detto sopra, quasi il 50% dei costi sono imputabili ad interventi strutturali, se si desidera tenere il budget contenuto, gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione sono:

  • condizioni del tetto: se da rifare le spese sono importanti, invece spesso per essere appetibili sul mercato anche case datate messe in vendita hanno la copertura rifatto da pochi anni
  • stato dell’impianto elettrico e idraulico
  • presenza dell’impianto di riscaldamento autonomo
  • valutazione del cappotto termico, se presente, o di altri sistemi che contengano le eventuali dispersioni di temperatura
  • l’esistenza di spese ulteriori oltre l’acquisto (una fra tutte: il diritto di superficie del suolo su cui l’appartamento insiste).

Se questi cinque punti sono a proprio vantaggio potremo a ragione asserire che una casa vecchia da ristrutturare sia un affare vantaggioso.

Addirittura poi, se si ha perseveranza nel cercare (e anche un bel po’ di fortuna!), può accadere di trovare dei veri gioiellini.
Nei quali le pareti sono integre, il tetto rifatto da poco, gli impianti elettrico e idraulico (riscaldamento incluso) sicuri e funzionanti.
In queste felici circostanze tutti gli altri lavori possono essere tranquillamente rinviati a un secondo momento, quando la pressione delle spese è meno incombente.

Si potranno così godere diversi benefici:

  • metrature più generose (come detto): le case non di lusso negli ultimi anni si sono “ristrette” (ambienti unici, zero ingressi, disimpegni tra zona giorno e zona notte, ripostigli e bagni spaziosi)
  • minore impatto socio-ambientale: molto spesso, invece di costruire daccapo, una buona ristrutturazione permette alle aziende edili di lavorare comunque, ma senza costruire laddove non si può, o comunque evitando, per quanto possibile, di formare agglomerati urbani troppo “densi”, e di “aggredire” ulteriormente la natura che con l’urbanizzazione selvaggia paga in termini di spazi verdi che, ricordiamolo, non solo sono “godibili”, ma sono NECESSARI a contenere fenomeni come allagamenti e inondazioni.
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Case vecchie da ristrutturare: gallery d’immagini

Case vecchie da ristrutturare: prima e dopo

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Case vecchie da ristrutturare: prima e dopo

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Case vecchie da ristrutturare: a chi affidarsi?

In un tempo di crisi economica generalizzata si assiste ad una rivalutazione, estetica e funzionale, delle costruzioni più datate che, se tenute bene, rappresentano effettivamente una valida alternativa alle nuove costruzioni.

Tuttavia, anche proprietà meno ben conservate possono rivelarsi buoni affari, se a livello strutturale non necessitano di interventi (o comunque essi siano di entità limitata).

Tutto questo però solo se ci si affida a ditte edili serie.

Meglio ancora se si tratta di realtà “articolate”, che collaborino con, o annoverino nel loro staff, architetti/ingegneri/geometri, che possano:
occuparsi anche della parte progettuale (dal momento che solo un buon progetto iniziale può impedire che i costi di una ristrutturazione lievitino a dismisura)
curare la parte burocratica (compilando moduli e richieste, interfacciandosi con gli organi deputati per la concessione di permessi, etc.).

Una ditta da scegliere con cura, sulla base di vari preventivi e facendo affidamento su eventuali raccomandazioni o recensioni positive da parte di chi ha già usufruito di questi servizi.

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