L’amianto miete ogni anno circa 4.000 vittime: ecco quali sono le tutele previste
La storia della messa al bando dell’amianto è una storia che nel nostro Paese è profondamente legata alla sofferenza e alla morte di tutti coloro che ne hanno provato sulla pelle la tossicità.
Il 1992 è stato l’anno nel quale lo Stato italiano ha promulgato la relativa normativa, la Legge 257, tramite la quale è stata messa al bando la produzione, la commercializzazione e l’utilizzo di questo materiale.
Si è giunti a questa conclusione dopo numerose segnalazioni e soprattutto dopo la causa intentata da circa ottanta operai nel 1980 contro Eternit, l’azienda di riferimento in quel periodo, e INAIL per i danni, talvolta anche letali, causati da quel materiale.
L’iter legale non si è però concluso nel 1992; a quella Legge ne sono seguite altre che regolamentano le attività di bonifica, così come quelle in materia di risarcimento per le vittime.
È il caso del Fondo per le vittime dell’amianto, di cui ci occupiamo in questo approfondimento.
- Chi viene considerato una vittima dell’amianto
- Cos’è il fondo per vittime di amianto dell’INAIL
- Qualche statistica per le morti dovute all’amianto negli ultimi anni
- Cos’è e come funziona il risarcimento per i familiari delle vittime e il risarcimento per chi si ammala di una malattia asbesto correlata
Indice contenuti
Chi viene considerato una vittima dell’amianto
Come recita il nome stesso, il Fondo è rivolto alle vittime dell’amianto, e secondo la legge rientrano in questa categoria tutti coloro che hanno contratto delle patologie asbesto-correlate da esposizione all’amianto.
Rientrano tra i beneficiari delle prestazioni erogate dal Fondo anche gli eredi di coloro che, a causa di queste patologie, sono morti.
La pericolosità dell’amianto risiede infatti nell’essere una sostanza che può colpire il polmone, la pleura o tutte e due.
Tra le principali patologie legate all’amianto, come effetto dell’inalazione delle fibre, rientrano l’asbestosi, ovvero la malattia polmonare che si verifica per effetto dell’inalazione delle fibre di amianto, il carcinoma polmonare, la formazione di placche pleuriche, l’ispessimento della pleura, il versamento pleurico e il mesotelioma.
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Tutte queste patologie sono responsabili di un elevato numero di morti, molti dei quali sono registrati dall’INAIL, ma altrettanti casi purtroppo spesso non rientrano nei dati ufficiali.
A fare luce su questo fenomeno, soprattutto per i lavoratori che sono entrati in contatto con le fibre di amianto, è il cosiddetto libro delle morti bianche per amianto.
Sono diverse le pubblicazioni e le ricerche che indagano le correlazioni tra decessi ed esposizione all’amianto denunciando una situazione ancora oggi particolarmente allarmante.
Con la Legge 244 del 24 dicembre 2007 è stato istituito presso l’INAIL il Fondo per le Vittime dell’Amianto che prevede l’erogazione di aiuto per le vittime dell’esposizione all’amianto.
Nel 2014, in via sperimentale per il triennio 2015-2017, è stata estesa la platea dei beneficiari comprendendo anche i malati di mesotelioma ed i lavoratori che sono stati impiegati nella lavorazione dell’amianto e che hanno quindi avuto un’esposizione comprovata a questo materiale.
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Cos’è il fondo per vittime di amianto dell’INAIL
Il Fondo è stato istituto con la Legge di stabilità del 2008 e prevede l’erogazione di un indennizzo economico ai titolari di rendite per malattie correlate all’esposizione all’amianto ed eventualmente in favore dei loro eredi titolari della relativa rendita.
Il Fondo per le vittime di Amianto dell’INAIL in poche parole eroga una prestazione economica aggiuntiva alla rendita a tutti coloro che hanno contratto delle patologie asbesto correlate per l’esposizione all’amianto e alla fibra “fiberfrax”.
Il regolamento del Fondo prevede che la sua gestione non sia a carico della finanza pubblica e la Legge di Bilancio 2021 (Legge 178/2020) ha resto stabili questi benefici.
Per ulteriori informazioni comunque è possibile consultare la pagina INAIL dedicata all’esposizione non professionale all’amianto
Qualche statistica per le morti dovute all’amianto negli ultimi anni
La questione amianto è, a distanza di più di trent’anni, ancora un’urgenza.
Sia perché la disciplina della bonifica è stata successiva alla messa al bando dell’asbesto, sia perché sono ancora tanti, tantissimi, i manufatti contenenti fibre di amianto che continuano a mietere vittime.
Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità il carico sanitario stimato nel nostro Paese è di circa 4.400 decessi all’anno; di questi, più di 1.500 sono causati dal mesotelioma maligno, più di 50 dall’asbestosi e poco meno di tremila da tumore polmonare.
Tra i dati emerge come circa 500 decessi siano di soggetti con meno di 50 anni di età, presumibilmente bambini che sono cresciuti in zone contaminate o esposte indirettamente alle fibre di amianto, a conferma di come la capacità e la platea di potenziali vittime siano più elevate di quanto oggi si sospetti.
Per avere dati ancora più precisi e aggiornati l’INAIL pubblica regolarmente dei volumi sulle prestazioni erogate dal Fondo Vittime Amianto e l’ultima edizione è quella di novembre 2022.
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Cos’è e come funziona il risarcimento per i familiari delle vittime e il risarcimento per chi si ammala di una malattia asbesto correlata
Coloro che hanno contratto una patologia per effetto all’esposizione all’amianto hanno quindi diritto per legge a un indennizzo da parte dell’INAIL, la cui rendita può essere una tantum o mensile: il primo caso si applica ai soggetti che hanno avuto una lesione biologica quantificabile tra il 6% e il 15%, mentre per le lesioni superiori al 16%, invece, la rendita è mensile.
Per la quantificazione del danno si fa riferimento alle tabelle redatte dal Tribunale di Milano, che si basano sull’età della vittima e sul danno riconosciuto.
Oltre all’indennizzo bisogna considerare il risarcimento danni, che può essere richiesto e ottenuto quando il danno subito è stato perpetrato contrariamente a quanto previsto dalla legge.
In questi casi è ovviamente necessario dimostrare la condotta illecita e il relativo danno che è stato provocato; inoltre, per la liquidazione del danno subito, si devono considerare sia il danno biologico che quello morale.
Nel primo caso si fa riferimento alla prognosi della malattia, mentre per il secondo bisogna considerare:
- Lo sconvolgimento prodotto dalla malattia sia in chi si è ammalato sia nei suoi familiari
- La necessità di doversi sottoporre a interventi chirurgici
- Le limitazioni e i disagi nello svolgimento delle attività quotidiane
- I cambiamenti alle prospettive professionali
- Tutti i cambiamenti che la patologia asbesto correlata ha causato
In caso di decesso, i familiari hanno diritto a ottenere un risarcimento dei danni totale.
Per quantificare il danno subito e l’indennizzo di cui si ha diritto è necessaria un’assistenza legale qualificata che guidi la vittima ed i suoi familiari ,o i suoi eredi, nell’iter giudiziario necessario all’ottenimento delle tutele previste dalla legge.
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