Malattie provocate dall’esposizione lavorativa e ambientale all’amianto: Come si manifestano? Quali sono e qual è la sintomatologia da tenere sotto
controllo? Come richiedere assistenza?
I minerali di amianto, che siano serpentini o anfiboli, tendono a dividersi in fibre, che risultano essere estremamente pericolose per la salute umana, poiché venendo inalate tramite il normale atto respiratorio, queste stesse fibre finiscono col provocare processi sia di tipo infiammatorio che tumorale che, a differenza di quanto si potrebbe credere, non sono solo a carico dell’apparato respiratorio ma anche di altri organi.
Vediamo quindi nel dettaglio quali malattie risultano essere amianto correlate, come si presentano la sintomatologia e la prognosi, e quali “reti” esistono a supporto dei malati.
- Malattie causate dall’esposizione prolungata all’amianto
- Malattie amianto correlate maligne e benigne
- Malattie causate dall’amianto: effetti e sintomatologia
- Malattie respiratorie, polmonari e neurologiche causate dall’asbesto
- Statistiche e dati sulle persone affette da malattie asbesto correlate
- Esiste un fondo assicurativo o un fondo monetario per la cura, l’assistenza e la tutela? Esistono agevolazioni per i malati asbesto correlati? Se sì, come richiederle?
- La possibile prevenzione dalle malattie amianto correlate e le sfide per la salute
Indice contenuti
Malattie causate dall’esposizione prolungata all’amianto
Tre sono le liste stilate dall’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, che ricomprendono tutte le malattie professionali correlate all’esposizione ad amianto.
Nella lista n°I ricorrono quelle ad elevata probabilità, vale a dire quelle considerate molto probabilmente causate dall’esposizione lavorativa all’asbesto.
Tra queste rientrano:
- Asbestosi
- Placche pleuriche e ispessimento pleurico
- Mesotelioma che può essere della pleura, del pericardio o del peritoneo
- Tumore della laringe
- Tumore delle ovaie e del testicolo
- Tumore del polmone(adenocarcinoma e microcitoma)
Alla lista II appartengono quelle malattie da amianto per le quali l’origine lavorativa è ritenuta abbastanza probabile.
E infine, nella lista III, quelle la cui origine professionale è solo possibile.
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Malattie amianto correlate maligne e benigne
Tra le malattie derivanti dall’esposizione all’amianto, alcune sono individuate come benigne.
Tra queste troviamo:
- Versamento pleurico: trattasi di liquido anomalamente presente tra le due pleure che avvolgono e permettono al polmone di espandersi normalmente durante l’atto respiratorio
- Placche pleuriche:sono lesioni fibrose a carico della pleura, imputabili all’azione irritativa dell’amianto
- Ispessimento pleurico diffuso:è solitamente molto esteso e spesso diversi centimetri, ma fortunatamente raro
Tra le malattie maligne invece
- Asbestosi chiamata anche fibrosi polmonare interstiziale. È provocata da un notevole accumulo di fibre di amianto negli alveoli, dove innanzitutto stimola l’attivazione del sistema immunitario con produzione di grandi quantità di tessuto fibroso in sede, favorisce l’insorgenza di tumori ed infine lega alcune sostanze tossiche e cancerogene presenti nell’ambiente
- Tumore polmonare:il rischio di svilupparlo è influenzato da quanto ci si è esposti all’amianto, e tutte le varianti di questo materiale ne possono essere responsabili, anche se alcune varietà possono esserlo in misura inferiore. Per via di un effetto sinergico col fumo, un soggetto fumatore che si è esposto per molti
anni all’asbesto ha un’altissima probabilità di sviluppare un cancro. Inoltre i soggetti già malati di asbestosi sono più inclini ad ammalarsi di tumore - Mesotelioma pleurico: sebbene sia estremamente raro, è con quasi totale certezza una malattia professionale dalla quale non hanno avuto scampo nemmeno le mogli dei lavoratori colpiti che probabilmente, assieme agli abiti a lavoro, portavano inconsapevolmente in casa anche le fibre di amianto che si diffondevano con facilità nell’ambiente domestico. È innegabile che l’incidenza di mesotelioma sia notevole in aree industriali o vicine a cantieri navali, quindi aree particolarmente inquinate
- Mesotelioma peritoneale:è una forma di tumore che coinvolge il peritoneo, cioè la membrana che riveste l’intestino.
In generale le malattie maligne sono caratterizzate da lunghi periodi di latenza, alcune arrivano anche a quaranta o cinquant’anni, ma la loro prognosi è, sfortunatamente, quasi sempre infausta.
Malattie causate dall’amianto: effetti e sintomatologia
Approfondiamo adesso il discorso in merito ai sintomi delle patologie sopracitate.
Il versamento pleurico si rivela generalmente asintomatico, può provocare talvolta una leggera febbre, un dolore toracico o una lieve dispnea, ossia una respirazione faticosa.
Le placche pleuriche sono anch’esse asintomatiche e prive di ricadute sulla funzionalità respiratoria, a meno che non siano molteplici o di notevoli dimensioni.
L’ispessimento pleurico diffuso tende invece a causare alterazioni respiratorie.
L’asbestosi viene riconosciuta come malattia professionale a partire dagli anni ’30, con moltissimi casi ad oggi indennizzati.
Si caratterizza per un’iniziale localizzazione delle fibre nelle piccole vie aeree, dove creano le prime lesioni; segue un ispessimento diffuso e una fibrosi generalizzata a tutti i polmoni, che provoca compressione e retrazione dello stesso; il quadro clinico tende a peggiorare nel tempo, anche se l’esposizione viene interrotta precocemente.
I sintomi inziali includono tosse, talvolta con emissione di piccole quantità di sangue, e successivamente dispnea e cianosi, ovvero un colorito bluastro della cute e delle mucose.
La sopravvivenza è lunga se non sopraggiungono complicazioni come cancro del polmone, enfisema polmonare, cuore polmonare cronico e mesotelioma pleurico.
Non esiste una terapia specifica, e solitamente si trattano le complicazioni e le infezioni.
Ancor di più, dunque, è essenziale la prevenzione sui luoghi di lavoro.
Il tumore polmonare può insorgere quando infiammazione alveolari, reazioni autoimmuni e asbestosi evolvono.
In taluni casi l’asbestosi non insorge, dal momento che questa forma tumorale può presentarsi anche con esposizioni assai ridotte.
È bene sempre ricordare però che tendenzialmente il rischio e l’abbattimento dei tempi di latenza sono proporzionali all’intensità e alla durata dell’esposizione.
Mesotelioma pleurico: la massa si diffonde molto estesamente lungo le pleure, con una caratteristica forma a gocce di cera, a cui la membrana risponde con un versamento pleurico.
L’evoluzione della malattia comprende prima una massa isolata, poi il coinvolgimento degli organi limitrofi e, successivamente, metastasi a distanza.
Tra i sintomi possiamo individuare iniziali versamenti pleurici inspiegabili, dolore toracico sordo e profondo, che in seguito diventa intenso e costante, e successivamente dispnea da sforzo, dimagrimento, malessere, facile affaticabilità, debolezza.
Attualmente non esiste terapia codificata, per cui la prevenzione risulta essenziale.
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Malattie respiratorie, polmonari e neurologiche causate dall’asbesto
La lista delle malattie purtroppo non finisce qui, poichè come abbiamo anticipato le fibre di amianto potrebbero non causare solamente malattie di tipo respiratorio, ma anche:
Mesotelioma peritoneale, che coinvolge il peritoneo, ovvero quella membrana che avvolge gli organi addominali; si caratterizza per sintomi iniziali vaghi, come ascite (versamento nella cavità del peritoneo) e dolore addominale. Ovviamente quanto più precoce è l’inizio della terapia tanto migliore è la prognosi, anche perché l’approccio terapeutico dipende dallo stadio della malattia, dall’età e dallo stato di salute generale. La guarigione completa è, comunque, purtroppo molto rara.
Mesotelioma pericardico, o tumore del cuore: interessa la sierosa che avvolge il pericardio. I primi sintomi sono aspecifici, e ritardano spesso la tempestività della diagnosi, diminuendo purtroppo le possibilità di sopravvivenza.
Mesotelioma del testicolo: si verifica quando le fibre di asbesto, attraverso il sangue, giungono fino all’apparato genitale causando il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, che ne avvolge la superficie esterna; la latenza temporale tra l’ esposizione e la comparsa dei sintomi può essere addirittura di 50 anni; la prognosi è quasi sempre infausta.
Tumore della laringe, che colpisce soprattutto maschi adulti ultracinquantacinquenni, tumore alle ovaie e tumore al colon: anche in questi caso tra i fattori di rischio ricorre l’esposizione all’amianto.
Esistono, poi, una serie di tumori da amianto non riconosciuti (dall’INAIL), quali:
- Tumore al cervello
- Cancro alla colecisti
- Neoplasia al pancreas
- Tumore alla prostata
- Cancro al rene
- Neoplasia alla tiroide
- Carcinoma alla vagina-vulva
- Tumori emolinfopoietici
- Cancro alla mammella
- Cancro alla vescica
In più si aggiungono altre patologie degenerative non tumorali, come la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica comunemente conosciuta come SLA, la fibromialgia e vari problemi di tipo cardiovascolare.
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Statistiche e dati sulle persone affette da malattie asbesto correlate
Fino al 2017, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono stati circa 231.000 i decessi annui verificatisi nel mondo per malattie asbesto correlate.
Nel nostro Paese, nei 6 anni che vanno dal 2010 al 2016, si contano:
- 7.660 uomini e 2.947 donne deceduti per mesotelioma
- 361 uomini e 44 donne per asbestosi
- Circa 300 uomini dei 2.718 che sono morti ogni anno di cancro ai polmoni sono stati esposti ad amianto
- Circa 2 donne delle 112 morte ogni anno per cancro ai polmoni sono state esposte alle fibre
- Circa 96 decessi per tumore ovarico nel periodo considerato è attribuibile all’amianto
Esiste un fondo assicurativo o un fondo monetario per la cura, l’assistenza e la tutela? Esistono agevolazioni per i malati asbesto correlati? Se sì come richiederle?
Le 3 liste citate vengono adoperate dall’Inail per stabilire l’origine della patologia e riconoscere la malattia professionale.
L’ Art. 13 del D. Lgs. 38/2000 prevede diverse tipologie di indennizzo Inail in base alla percentuale di invalidità riconosciuta al lavoratore causata dall’amianto:
- Rendita mensile vitalizia: esente da tassazione, si ottiene nel caso in cui l’invalidità superi il 16%, con annessa periodica revisione
- Indennizzo per danno biologico: qualora il danno biologico sia compreso tra il 6% e 15 %, si riconosce una somma, adeguabile in caso di aggravamento, ma solo una volta; vi sono ricompresi gli eventi successivi al 2000, in quanto negli anni precedenti l’Inail erogava un vitalizio per inabilità permanente con grado compreso tra l’11% e il 100%
- Benefici contributivi si dividono a loro volta in:
Prepensionamento: i danni da asbesto prolungano l’anzianità contributiva del 50% del periodo di esposizione, oltre ad aumentare i ratei pensionistici. Il beneficio sussiste anche nel caso in cui non ci sia ancora diagnosi, a patto che l’esposizione sia durata più di 10 anni
Pensionamento immediato:in questo caso però il lavoratore deve aver maturato un’anzianità contributiva di almeno 5 anni e la patologia deve essere stata riconosciuta da parte dell’INAIL come malattia professionale. In caso di decesso del lavoratore, vige la reversibilità delle prestazioni al coniuge superstite, ai figli e ad altri familiari - Fondo per le vittime dell’amianto: eroga d’ufficio una prestazione aggiuntiva, non soggetta a tassazione, ai titolari di rendita Inail (cioè con un’invalidità superiore al 16%); si tratta di un surplus mensile pari al 15% della rendita in godimento, ed è cumulabile con le altre prestazioni spettanti (anche a vantaggio di superstiti e familiari, in caso di decesso dell’interessato)
Articolo correlato: Fondo vittime amianto
- Una prestazione (stabilita con Circolare INAIL n. 25 del 27 settembre 2021) di importo fisso pari a 10.000€ corrisposta in un’unica soluzione, per i malati di mesotelioma, che abbiano contratto la patologia per esposizione familiare o nella lavorazione dell’amianto.
Nel settore pubblico, le previdenze previste per la malattia professionale vengono riconosciute attraverso la causa di servizio, e comprendono:
- L’equo indennizzo se l’invalidità derivante è riconducibile ad una delle categorie previste dal DPR 834/1991
- La retribuzione integrale dei periodi di malattia causati dall’infermità o dalla lesione riconosciuta
- L’aumento dello scatto stipendiale per invalidità di servizio (per una sola volta), pari all’1,25% o al 2,50% a seconda della classificazione delle infermità
- Il prepensionamento per i soggetti con invalidità rientrante in una delle prime 4 categorie previste dal DPR di cui sopra
Esiste poi uno status di vittima del dovere, riconosciuto esclusivamente agli appartenenti al comparto dell’ordine e della sicurezza pubblica, a patto però che dalle lesioni riportare siano direttamente scaturiti decesso o invalidità permanenti.
I benefici in questo caso comprendono:
- Un’elargizione speciale a partire dal gennaio 2007, di € 2000 per ogni punto percentuale di invalidità sino al massimo di € 200.000. In caso di decesso, la somma viene erogata ai familiari superstiti
- Uno speciale assegno vitalizio non reversibile, pari a € 1.033 mensili, per i soggetti che riportino un’ invalidità non inferiore al 25%, o ai familiari superstiti a decorrere dal 1 gennaio 2008, in aggiunta all’assegno vitalizio di € 258,23 mensili corrisposto dal 26 agosto 2004
- La cancellazione dell’Irpef sulle pensioni dirette e indirette di natura privilegiata a decorrere dal 1 gennaio 2017
I lavoratori vittime di esposizione professionale ad asbesto e i loro familiari in caso di decesso, hanno poi sempre diritto al risarcimento integrale di tutti i danni subiti.
Qualora sia occorsa la morte del lavoratore, il diritto vale sia per i danni sofferti direttamente dalla vittima, sia per quelli occorsi agli eredi per la perdita del congiunto.
Sono inoltre oggetto di risarcimento:
- Il danno biologico all’integrità psicofisica
- Il danno morale per sofferenza fisica e psichica patita
- Il danno esistenziale per il peggioramento delle qualità di vita
- Il danno patrimoniale per le diminuite capacità di lavoro
Attenzione però che l’Inail corrisponde solo l’indennizzo di natura assistenziale, mentre tutte le altre somme dovute spettano al datore di lavoro, perciò sarà a lui che andrà rivolta la domanda.
Questo anche in caso di decesso, giacché familiari ed eredi, legittimi o testamentari che siano, hanno diritto al risarcimento dei danni differenziali subiti dalla vittima, ossia la differenza tra quanto erogato dall’Inail a titolo di indennizzo per danni di varia natura, compresi quelli morali ed esistenziali.
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La possibile prevenzione dalle malattie amianto correlate e le sfide per la salute
Sebbene il divieto di produzione e installazione di materiali contenenti amianto risalga, nel nostro Paese al 1992, e appena due anni dopo ne siano state vietate anche l’importazione e la vendita, ancora oggi proseguono le esposizioni alle fibre.
Avendo tempi di latenza che giungono come accennato anche a 40/50 anni, è più che plausibile che i più di 6mila decessi registrati nel 2020 non saranno gli ultimi e che altri se ne registreranno anche nei decenni a venire.
La sfida è quella della bonifica e cioè dell’incapsulamento, confinamento e smaltimento dell’amianto che, ricordiamolo, possono essere effettuati esclusivamente da ditte specializzate.