Imprese qualificate e specializzate nello smaltimento amianto in Campania: cosa valutare e come avere un preventivo da una ditta autorizzata
Sono trascorsi 30 anni dalla Legge 257/1992, con la quale l’impiego dell’amianto è stato bandito, eppure in Italia questa fibra killer non è affatto sparita, e continua a minacciare la vita delle persone e l’integrità dell’ambiente.
A pesare sono anche, o soprattutto, i ritardi legati agli obblighi di legge, e in particolare ai Piani Regionali Amianto, abbreviati in PRA, che sarebbero dovuti essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge: ebbene, alcune Regioni sono ancora latitanti.
In notevole ritardo sono anche il censimento, la mappatura, la bonifica dei siti contaminati e le doverose campagne di informazione e sensibilizzazione.
Vediamo, a tal proposito, la situazione dello smaltimento dell’amianto in Campania.
- Bonifica amianto in Campania
- Cosa dice la normativa regionale specifica
- Dove si trova maggiormente concentrato l’amianto in regione
- Come valutare un’azienda autorizzata
Indice contenuti
Bonifica amianto in Campania
Nel 2018 sono state censite in Campania 4.000 strutture che presentano amianto in qualche forma; di queste, 3 sono siti industriali, 85 sono edifici pubblici e 955 sono edifici privati.
Sono oltre 3.000 le coperture in cemento amianto, per una estensione di circa 3 milioni di metri quadri, e se l’intero Paese è ancora in forte ritardo, in Campania le uniche informazioni riguardano 3 edifici pubblici bonificati e 82 non ancora bonificati: per il resto, i dati non risultano pervenuti.
Nonostante la regione abbia approvato il Piano Regionale Amianto, previsto dalla legge 257/92, e abbia completato le attività di censimento e mappatura, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto in Campania restano ancora un punto debole.
La mancanza maggiore è quella degli impianti specifici, nemmeno previsti dal piano regionale sui rifiuti!
Mariateresa Imparato, presidentessa di Legambiente Campania, ricorda come l’assenza di discariche nella Regione incida sia sui costi di smaltimento che sui tempi di rimozione, oltre ad incrementare la diffusa pratica dell’abbandono incontrollato dei rifiuti.
Sottolinea inoltre come l’esportazione all’estero dell’amianto rimosso nel nostro Paese non sia più sostenibile, e caldeggia il ripristino a lungo termine del sistema di incentivi per la sostituzione di tetti in eternit con coperture fotovoltaiche, visti gli importanti risultati ottenuti in passato, ossia la bonifica di 100.000 metri quadri di coperture in amianto e oltre 11 MWp di impianti fotovoltaici installati e connessi alla rete a livello nazionale.
La presidentessa Imparato lascia poi emergere un quadro complessivo abbastanza preoccupante anche a livello sanitario: in Italia sarebbero infatti 21.463 i casi di mesotelioma maligno tra il 1993 e il 2012.
A livello regionale i territori più colpiti risultano:
- Lombardia con 4.215 casi
- Piemonte con 3.560
- Liguria con 2.314
- Emilia Romagna con 2.016
- Veneto con 1.743
- Toscana con 1.311
- Sicilia con 1.141
- Campania con 1.139
Cosa dice la normativa regionale specifica
La Regione Campania ha, come abbiamo anticipato, il merito di aver stilato un piano regionale, in osservanza a quanto stabilito dalla legge nazionale, così come pure il merito di aver stanziato, nel 2018, i fondi per la bonifica dell’amianto in Campania anche se soltanto tre comuni ne hanno chiesto l’erogazione, di cui due nel casertano, Aversa e Sparanise, e Caposele, in Irpinia.
Ad ogni modo, che i dati sino ad ora elencati siano sottostimati lo afferma non solo Legambiente Campania, ma anche alcuni dei titoli riportati dal giornale edito da ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, che possiede una sede regionale anche in Campania e di cui riportiamo alcuni esempi:
- Bonifica eternit necessaria: discarica abusiva a Montella – 17 Gennaio 2022
- Malattia amianto, operaio morto: risarcimento milionario – 13 Gennaio 2022
- Amianto tra i rifiuti: due discariche abusive a Caserta – 7 Gennaio 2022
- Amianto in Campania: i comuni sottovalutano il rischio – 3 Gennaio 2019
Dove si trova maggiormente concentrato l’amianto in regione
La città di Napoli è il territorio nel quale sussiste la concentrazione più elevata, in base alle segnalazioni pervenute all’ONA.
Si evince infatti che nessuna zona della città si salvi, nemmeno quelle più agiate; arrivano infatti segnalazioni anche da via Posillipo, una delle vie più importanti del capoluogo.
I manufatti maggiormente incriminati, inoltre, risultano essere:
- Tetti sia di capannoni che di abitazioni civili
- Canne fumarie
- Depositi
Ma ovviamente le segnalazioni giungono anche dalla provincia, come da Casoria, Calvizzano, Acerra, Castellamare di Stabia, San Gennaro Vesuviano,
Ischia, Torre Annunziata, Pozzuoli, Afragola e molti altri, dove anche in questi casi vengono chiamati in causa capannoni, fabbriche, tettoie, tegole e coperture sia civili che industriali.
Le segnalazioni relative alla presenza di amianto arrivano anche dal territorio di Caserta, come da Santa Maria Capua Vetere, Piedimonte Matese, Santa Maria a Vico, Castel Campagnano, Briano, Capodrise, Aversa.
Elevate concentrazioni di questo materiale sono segnalate anche a Salerno e provincia, e ad Avellino.
Voglio un preventivo e fissare un sopralluogo senza impegno
Come valutare un’azienda autorizzata
Per risanare un’area contaminata sono richiesti interventi mirati e tempestivi, in nome della salvaguardia della salute e dell’ambiente.
La situazione va affrontata con la massima attenzione, affidandosi ad aziende specializzate nello smaltimento di materiali nocivi.
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Un team di professionisti altamente qualificati è l’ingrediente essenziale e imprescindibile perché solo così si potranno affrontare con successo tutte le attività di risanamento; se poi si tratta di aziende che effettuano bonifiche a 360° allora l’expertise sarà ancora maggiore.
Esistono infatti sul territorio regionale realtà in grado di trattare terreni contaminati, corsi d’acqua inquinati o impianti industriali dismessi.
In caso di depositi di amianto a matrice compatta l’azienda dovrà intervenire tramite incapsulamento, confinamento o rimozione del materiale, mentre per siti contaminati dalla presenza di amianto a matrice friabile bisogna che intervenga attraverso confinamento statico o dinamico dell’area da bonificare e successiva rimozione.
Qualora si trattasse di bonificare terreni contaminati, l’azienda dovrà procedere con sopralluoghi, trivellazioni e carotaggi a diverse profondità.
I campioni ottenuti andranno analizzati e classificati in modo da individuare le sostanze inquinanti e definire l’intervento di risanamento.
Il terreno sarà così sottoposto ad un lavaggio o ad un trattamento chimico–meccanico in loco oppure presso impianti ad hoc, e successivamente smaltito.
Per la bonifica di aree industriali dismesse, dopo la mappatura del sito e la valutazione dei rischi, l’azienda dovrà procedere con la demolizione degli impianti e la bonifica dell’area industriale.
Il terreno opportunamente trattato in sito verrà riposizionato mentre scarti, liquami e altre scorie nocive verranno avviate al processo di smaltimento.
Un ulteriore plus lo garantiscono quelle aziende che si occupano anche della bonifica di fiumi e laghi; in queste circostanze la celerità dell’intervento è fondamentale, onde evitare che la contaminazione danneggi irrimediabilmente l’ecosistema, raggiungendo il mare e le falde acquifere.
L’area inquinata durante questa procedura viene delimitata da barriere per poi procedere all’aspirazione dei liquami contaminati che saranno poi successivamente trattati e smaltiti.
La scelta quando si tratta di smaltimento dell’amianto in Campania deve insomma ricadere su realtà strutturate e ramificate, apprezzate e consolidate, che vantino servizi dagli elevati standard qualitativi e di sicurezza e che adoperino squadre di tecnici formati, istruiti ed equipaggiati per gestire qualunque tipo di situazione.
È necessario che siano aziende in grado di occuparsi della bonifica in tutte le fasi esecutive con l’ausilio delle più moderne tecnologie e dei migliori dispositivi di protezione individuale; insomma, in poche parole è necessario che siano aziende di qualità così elevata da collaborare con noi!
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