Imprese qualificate e specializzate nello smaltimento amianto in Lazio: cosa valutare e come avere un preventivo da una ditta autorizzata.
Da materiale rivoluzionario a minerale killer ci sono voluti solo pochi decenni.
A dispetto di questo ci vorranno ancora tanti anni, a giudicare dallo stato attuale, perché ci si possa liberare della presenza di questa sostanza.
Legambiente, nel suo dossier “Liberi dall’amianto”, trasmette dati impietosi: le vittime da amianto in Italia raggiungono i 4 mila all’anno, a cui si sommano gli oltre 15 mila casi di mesotelioma maligno diagnosticati nell’arco di quindici anni, dal 1993 al 2008.
La situazione a livello regionale, con solo qualche pia eccezione, è dunque abbastanza critica: in quest’articolo in particolare vedremo a che punto è lo smaltimento dell’amianto nel Lazio.
- Situazione amianto in Lazio
- Cosa dice la normativa regionale specifica sullo smaltimento dell’amianto
- Dove si trova maggiormente l’amianto in regione
- Come valutare un’azienda autorizzata alla bonifica, e come giudicare i suoi interventi
Indice contenuti
Situazione amianto in Lazio
Lo stesso documento di cui si è parlato poco sopra, Liberi dall’amianto, rivela infatti che:
- Superano i 230 mila i siti contaminati dall’amianto nel nostro Paese;
- Più della metà di essi appartengono a privati;
- Le coperture in cemento amianto superano i 12 milioni di metri quadrati di estensione;
Inoltre, la situazione per la Capitale e la sua regione è caratterizzata da:
- Oltre 1 milione di metri quadri di coperture di amianto;
- Più di mille morti accertate provocate da questo minerale;
- Un annoso ritardo in fatto di bonifica e smaltimento.;
È per questo che è stato richiesto un notevole impegno per quanto riguarda la rimozione, se non fosse che…
Voglio un preventivo e fissare un sopralluogo senza impegno
Cosa dice la normativa regionale specifica sullo smaltimento dell’amianto
…se non fosse che la legge regionale sullo smaltimento dell’amianto nel Lazio è attesa da ben 23 anni!
È stata depositata, questo sì, ma non è stata ancora discussa dalle commissioni competenti.
Allo stato attuale, sono solamente dieci le regioni italiane che si sono attivate per lo smaltimento, e il Lazio non è fra queste.
Sarebbe davvero il caso che tutte le amministrazioni che peccano in questo settore s’impegnassero immediatamente per assicurare una soluzione a questo problema.
I tipi di interventi previsti sono due:
- La rimozione di piccoli quantitativi;
- La rimozione di grandi quantitativi per i quali servono investimenti ingenti: ai costi, già di per sé notevoli dello smaltimento, vanno aggiunte le spese relative al trasporto in siti specializzati, che nella regione Lazio però mancano.
Al fine di facilitare questi interventi l’UOC, ossia il Centro di Riferimento Regionale Amianto, ha elaborato Amleto, un algoritmo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto e del contesto in cui sono ubicate.
Uno strumento operativo, di facile applicazione, che consente di ottenere indicazioni sugli interventi più opportuni da eseguire, monitoraggio e/o bonifica, in caso di materiali in cemento contenenti amianto “a vista”.
Gli indicatori fanno dunque capo a due parametri:
1. Lo stato di conservazione del materiale;
2. Il contesto in cui è inserito l’edificio.
Va sempre prevista una documentazione fotografica a corredo delle due schede, che di seguito presenteremo.
La prima scheda descrive la localizzazione e il contesto in cui si trova la copertura in cemento amianto ed evidenzia la vicinanza a finestre e balconi o luoghi con presenza di persone.
I parametri da valutare sono:
- Rivestimenti o trattamenti superficiali: dopo anni dall’installazione le coperture subiscono un deterioramento per via delle piogge acide, degli
sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, con corrosioni delle superfici e affioramento delle fibre, con conseguente dispersione
aerea; si attribuisce un punteggio inferiore in presenza di rivestimenti o trattamenti superficiali, che limitano questo rilascio; - Lastre appoggiate su struttura di sostegno: viene attribuito un punteggio 0 nel caso in cui la copertura sia montata direttamente su una struttura calpestabile continua, in quanto la sua presenza costituisce una barriera fisica che impedisce lo sfondamento accidentale; il punteggio sale a 3 se
nella copertura e/o nella struttura calpestabile siano presenti aperture, quindi possibilità di accesso e/o di sfondamento; il valore sale al massimo di 6 punti in mancanza di una struttura calpestabile, dal momento che il rischio di sfondamento si amplifica notevolmente; - Estensione superficie della copertura: viene assegnato un punteggio superiore se la copertura ha una superficie maggiore di 500 mq;
- Accessibilità: da valutare l’accessibilità per stimare la probabilità che gli occupanti dell’area danneggino accidentalmente o intenzionalmente il materiale;
- Necessità di accesso: se vi è necessità ad esempio di manutenzione la probabilità di esposizione o danneggiamento è maggiore;
- Presenza di aperture con affaccio sulla copertura: il punteggio è maggiore se sono presenti terrazzi, balconi e finestre contigue ad una distanza minore o uguale a 20 m, perché aumentano il rischio per coloro che abitano e/o lavorano nelle vicinanze;
- Adiacenza con aree ad alta densità abitativa e di uso pubblico: una distanza inferiore o uguale a 100 m dal manufatto, ed edifici abitati specialmente da popolazione in età molto giovane, come gli studenti, o con problemi di salute (luoghi di cura) determina priorità d’intervento, quindi l’attribuzione di un punteggio elevato;
- Destinazione dell’edificio: il punteggio è maggiore se sono presenti terrazzi, balconi e finestre contigue ad una distanza minore o uguale a 20 m, perché aumentano il rischio per coloro che abitano e/o lavorano nelle vicinanze;
- Presenza rilevante di materiale infiammabile sottostante alla copertura;
- Ubicazione in zona sismica: il punteggio subisce un incremento da 0 a 6 proporzionalmente al grado di pericolosità della zona sismica in cui è situata la copertura oggetto di valutazione;
La seconda scheda valuta lo stato di conservazione della copertura, e per ognuno dei parametri seguenti attribuisce un punteggio:
- Lastre: il punteggio cresce in funzione del numero di lastre danneggiate, e di tale danneggiamento si ricercano anche le cause, di modo da stabilire le azioni da intraprendere e se sia utile continuare la valutazione o suggerire un intervento di bonifica;
- Compattezza del materiale: se con una pinza da meccanico un angolo si stacca in maniera netta e rumore secco si assegna il valore 0, se la rottura avviene facilmente e con rumore sordo, e se i contorni si presentano sfrangiati il punteggio attribuito è pari a 5;
- Affioramento di fibre: se osservando con una lente di ingrandimento la superficie esposta agli agenti atmosferici la matrice cementizia ingloba totalmente o parzialmente i fasci di fibre si attribuiranno nell’ordine 0 e 5 punti; se i suddetti fasci sono facilmente asportabili con delle pinzette i punti attribuiti saranno 9
- Copertura irraggiungibile o osservazione da vicino impossibile: il valore attribuito è 10
- Stato di conservazione degli elementi di fissaggio: il punteggio è maggiore se diversi elementi di fissaggio risultano arrugginiti, disaccoppiati o assenti, in quanto facilitano la vibrazione e il movimento delle lastre, soprattutto in presenza di vento o agenti atmosferici importanti;
- Presenza di materiale polveroso conglobato in stalattiti: indica chiaramente dispersione di fibre, per cui ottiene punteggi elevati.
Una volta attribuiti i punteggi dei parametri visti in precedenza per entrambe le schede, questi vanno sommati; la somma della prima e della seconda scheda vanno riportate rispettivamente sull’asse delle ascisse e su quello delle ordinate del grafico sottostante.
L’intersezione è un punto che cade in una delle quattro zone in cui è diviso il grafico, a cui corrispondono le azioni da intraprendere.
Vale a dire:
- Area A: monitoraggio e controllo periodico (1 volta l’anno);
- Area B: rimozione da programmare (entro 3 anni);
- Area C: rimozione rapida (entro 1 anno);
- Area D: rimozione immediata (entro 6 mesi)
Dove si trova maggiormente l’amianto in regione
Come si evince abbastanza chiaramente dal paragrafo precedente, il maggiore rischio è rappresentato da coperture e tetti.
Si suppone si stia parlando di quantitativi compresi tra le 350 e le 700 mila tonnellate solo per quanto riguarda gli edifici privati.
In quelli pubblici la stima è più semplice, ma non per questo meno impietosa, visto che sono circa 1200 sono le costruzioni coinvolte.
Cifre che denotano come lo smaltimento dell’amianto nel Lazio, ma a dire il vero nell’intera penisola, soffra un notevole ritardo, sebbene si tratti di un materiale estremamente pericoloso per la salute.
Anche per questo Legambiente ha da tempo avanzato delle richieste al Parlamento, che finanziassero il cosiddetto “piano nazionale amianto”, che prevede la bonifica di diversi “Siti di Interesse Nazionale” che risultano maggiormente compromessi, oltre all’istanza di estensione del fondo riservato alle vittime dell’amianto.
Voglio un preventivo e fissare un sopralluogo senza impegno
Come valutare un’azienda autorizzata alla bonifica, e come giudicare i suoi interventi
Nell’ottica di una definitiva soluzione alle problematiche ad esso concernenti, e considerando la vetustà che ormai presentano i manufatti che la contengono, la metodologia preferibile nel trattamento dell’amianto è tendenzialmente la rimozione.
Detto questo, per valutare se affidarsi o meno ad un’azienda, è importante verificare, in primis la sua regolarità, perché solo quelle autorizzate possono effettuare questo genere di interventi.
In seguito all’autorizzazione è utile assicurarsi che la ditta in questione garantisca:
- Sopralluogo e verifiche a titolo gratuito;
- Progetto di intervento gratuito;
- Disbrigo delle pratiche iniziali;
- Redazione e invio del piano di intervento all’ ASL competente;
- Analisi del campione per accertare la presenza di amianto;
- Analisi ecologico-ambientale per individuare eventuali fibre presenti nell’area;
- Messa in sicurezza della zona circostante;
- Incapsulamento dell’amianto con rimozione;
- Trasporto e smaltimento presso discarica autorizzata;
Ogni caso è specifico, e richiede un piano di intervento, di controllo e di manutenzione mirato e personalizzato per eliminare il rischio per le persone e per l’ambiente.
Ed è quello che noi facciamo, aiutandoti a respirare da subito aria pulita!
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