La classificazione dei tetti per forme (piani, curvi a falde) e per destinazioni d’uso (per edilizia abitativa, industriale, commerciale)…
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In questo articolo vogliamo passare in rassegna le diverse forme dei tetti per le diverse destinazioni d’uso.
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Indice contenuti
- Criteri di classificazione delle coperture dei tetti
- Classificazione dei tetti per forme
- Classificazione dei tetti per destinazioni d’uso
- Progetta il tuo nuovo tetto
Criteri di classificazione delle coperture dei tetti
Sono tante le coperture presenti sul mercato che possono essere distinte in base a:
- forma;
- destinazione d’uso;
- continuità o discontinuità dello strato di tenuta all’acqua;
- comportamento termoigrometrico (isolamento e ventilazione);
- grado di accessibilità (agibile solo per la manutenzione o “vivibile”).
Mentre per quanto riguarda il 1° e il 2° punto (forme e destinazioni d’uso) ci soffermeremo dettagliatamente nei paragrafi che seguono, spieghiamo brevemente gli altri criteri.
La continuità/discontinuità dello strato di tenuta all’acqua
Questo fattore dipende dalle funzioni degli elementi di tenuta del coperto.
Le coperture continue, costituite da guaine, impediscono all’acqua di penetrare grazie ad un sistema di tenuta senza soluzione di continuità. Si tratta, di solito, di coperture curve o piane.
In alternativa si utilizzano coperture discontinue: tetti a falda coperti con coppi o tegole per far defluire le piogge.
La classificazione rispetto al comportamento termoigrometrico
Qui invece distinguiamo:
- coperture non isolate e non ventilate: non sono previsti né elementi termoisolanti, né uno strato di ventilazione. E’ quindi un tetto con scarse capacità di coibentazione, usato in pochi casi, generalmente per gli edifici agricoli;
- coperture ventilate e non isolate: si tratta di un tetto simile al primo ma con uno strato di ventilazione che rende gli ambienti più freschi d’estate. Anch’esso è tipico dell’edilizia agricola;
- coperture isolate e non ventilate: anche note come “tetti a caldo”, presentano uno strato termoisolante che protegge l’edificio dalle infiltrazioni e dagli sbalzi termici, ma senza ventilazione;
- coperture isolate e ventilate: la presenza della ventilazione migliora ulteriormente l’isolamento termico, perché il vapore acqueo prodotto dall’edificio viene espulso dal tetto, limitando la condensa (per questo “tetto a freddo”).
Grado di accessibilità
L’ultimo criterio di classificazione è rappresentato dall’accessibilità: alcuni tetti sono accessibili solo per interventi di manutenzione, altri sono accessibili ai pedoni (400 kg/m2 di carico), ai veicoli leggeri (<2 tonnellate per asse) e a quelli pesanti (> 2 tonnellate per asse).
Senza dimenticare i giardini pensili, che resistono sia alle sollecitazioni meccaniche che a quelle chimiche.
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Classificazione dei tetti per forme
Ci soffermiamo adesso sulla classificazione per forma dei tetti che varia in base alla percentuale di pendenza.
I tetti sono classificabili in:
1. Coperture planari orizzontali (tetti piani)
Si tratta di tetti che dispongono di:
- uno strato impermeabilizzante, composto da membrane bituminose, membrane sintetiche o lamiere a giunto drenante
- lo strato di pendenza, che smaltisce l’acqua piovana e la cui inclinazione in questa tipologia non supera il 5%. Generalmente esso è realizzato tramite un getto di cemento alleggerito oppure tramite pannelli isolanti appositamente pre-sagomati per la formazione di pendenze
- uno strato di separazione, che evita i danni causati dai movimenti dei due strati di cui sopra
- uno strato di isolamento termico
- una barriera al vapore
- uno strato portante, cioè la struttura su cui tutto quanto elencato poggia.
2. Coperture planari inclinate (tetti a falde), con pendenza superiore al 5%
La maggior parte dei tetti degli edifici residenziali in Italia è a falda: coperture discontinue inclinate, in cui l’acqua piovana defluisce grazie a tegole o coppi.
Nei paesi del Sud Europa i tetti sono inclinati, ma con una pendenza bassa, perché il clima è soleggiato e le piogge scarse, quindi il coperto deve far defluire quantità modeste di acqua.
Al contrario, nei paesi del Nord Europa, più soggetti a temporali e neve, la pendenza dei tetti è molto maggiore per poter smaltire l’acqua piovana che cade in grandi quantità.
Dalla pendenza dipende pure il materiale di copertura:
- coperture in coppi: costituite dalla sovrapposizione a facce contrapposte di elementi in laterizio a forma di tronco di cono segato a metà; la pendenza minima richiesta è del 40%
- tegole marsigliesi: costituite da elementi in laterizio aventi forma rettangolare e pressoché piatta, sono molto semplici da montare e stabili; la pendenza minima richiesta è del 35%
- copertura a tegole portoghesi: a funzionamento intermedio tra le altre due, richiedono una pendenza minima del 30%
- coperture in coppi di Francia, in coppi di Grecia, e coperture in tegola doppia romana: in cemento, sono assai robuste
- lastre in fibra di cemento: hanno sostituito le lastre in eternit (contenenti amianto), ma presentano pessime condizioni di durata poiché degradano molto rapidamente
- lastre in lamiera grecata o altro metallo.
Le coperture “inclinate” (a falda) possono essere classificate ulteriormente in:
- tetti a displuvio: in cui l’acqua piovana viene convogliata verso l’esterno
- a impluvio: in cui l’acqua piovana viene convogliata verso un punto o una linea di gronda interna all’edificio
- tetti a leggìo: in cui l’acqua piovana defluisce lungo una sola superficie
- a capanna: in cui le falde convergono lungo la linea di colmo del tetto
- tetti a padiglione: in cui l’acqua piovana defluisce su tutti i lati del tetto.
3. Tetti curvi
Sono dette così quelle coperture aventi forma a volta e che, a differenza dei tetti a falda, non presentano la linea di colmo. Su di essi è possibile installare sia coperture continue che discontinue.
Classificazione dei tetti per destinazioni d’uso
I tetti inoltre si possono classificare per la loro destinazione d’uso che possiamo identificare in edilizia abitativa, industriale, commerciale e sportiva.
Vediamo più nel dettaglio.
Tetti per edilizia abitativa
Si tratta di coperture che devono rispondere a standard architettonici e strutturali ben precisi, dettati da necessità non solo estetiche e funzionali, ma anche burocratiche.
Si pensi ad esempio a edifici interessati da vincoli di tipo paesaggistico o storico: in questi casi la ristrutturazione del tetto va eseguita senza modificare l’aspetto esteriore dell’epoca, requisito questo che può essere realizzato solo con l’impiego di coppi e tegole degli stessi materiali, colori e forme.
Tetti per edilizia industriale
Capannoni (mobili e fissi), coperture (mobili e fisse), tunnel mobili, capannoni retrattili, tettoie mobili, tettoie scorrevoli, sono alcune delle coperture che soddisfano le esigenze industriali.
Tra le soluzioni più diffuse in questo genere di architettura:
- lastre metalliche: assicurano costi contenuti e buona durata nel tempo
- pannelli sandwich grecati coibentati anti-condensa e anti-rumore
- coperture con guaina
Tetti per edilizia commerciale
Anche in ambito commerciale è possibile realizzare qualsiasi manto di copertura: manto continuo con l’impiego di membrane, bitume polimero, manti sintetici e manti discontinui quali lastre metalliche, in PVC, compositi, pannelli coibentati, coperture speciali predisposte per l’installazione di impianti fotovoltaici ad elevato rendimento energetico
Tetti per edilizia sportiva
Per impianti sportivi come piscine, campi da tennis, campi da calcio e calcetto, impianti, etc. vengono previsti di solito tetti in acciaio.
Nella macro-area delle coperture metalliche rientrano a buon diritto:
- le tensostrutture sportive
- i rivestimenti per impianti sportivi coperti o semi-coperti (basti pensare alle tribune di uno stadio)
- le passerelle, tettoie, scale di sicurezza.
Ognuno di questi rivestimenti e coperture metalliche può essere integrato con sistemi di isolamento termoacustico o impermeabilizzante, fondamentali per aumentare l’efficienza energetica dell’edificio e il comfort delle persone all’interno.
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Se all’interno di un edificio appaiono infiltrazioni e muffa, oppure se si registrano notevoli dispersioni di calore, il problema potrebbe essere individuato nella copertura.
Far eseguire un sopralluogo ad un professionista permette di valutare quale intervento sia necessario: a volte è necessaria una pulizia profonda, la riparazione di un’eventuale falla oppure un rifacimento completo del tetto.
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